Celebrazione della Riconciliazione dalla Cattedrale

La luce splende nelle tenebre

Trasmessa da Telebelluno dalle ore 17.00 alle ore 17.45

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Dopo il primo lockdown, molti probabilmente speravano in altre tonalità per le celebrazioni natalizie. Visto l’andamento dei contagi nella nostra provincia, non ci facciamo illusioni. Ci saranno difficoltà anche per le confessioni natalizie. Nella sua lettera dell’11 dicembre scorso il vescovo Renato ha già dato indicazioni in merito:

1. Anzitutto ha evidenziato tutte le raccomandazioni del caso per la celebrazione delle confessioni in sicurezza: «nella forma individuale è bene evitare il confessionale, in particolare se nonpermette il distanziamento di almeno due metri tra ministro e penitente – entrambi con mascherina – e se non permette l’aerazione dell’ambiente».

2. In secondo luogo, «considerata la situazione in cui versa il nostro territorio con l’elevata diffusione del contagio, per tutelare sia i penitenti sia i ministri della riconciliazione», il Vescovo ha concesso che si possa celebrare «il Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e assoluzione generale», specificandone le modalità e le condizioni: anzitutto la straordinarietà del caso e la sua applicabilità al periodo che va dal 17 dicembre al 6 gennaio.

3. Ma nel pensiero della Chiesa locale non possono mancare le persone in isolamento e quelle bloccate dalla malattia, in casa o su un letto di ospedale. Per prepararsi al Natale, mercoledì 23 dalle ore 17.00 alle ore 17.45, il vescovo Renato guiderà in Cattedrale una celebrazione della Riconciliazione, intitolata “La luce splende nelle tenebre“: sarà trasmessa da Telebelluno, come momento di preparazione al Natale e per permettere anche a chi non potrà partecipare in presenza nelle parrocchie di avere un momento di preghiera, di raccoglimento e di ascolto per chiedere personalmente perdono a Dio.

Con questo atto, in attesa dell’assoluzione sacramentale, noi già ci affidiamo alla misericordia di Dio. È una via che appartiene alla Tradizione della Chiesa, come ricorda il Catechismo: «Quando proviene dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa la contrizione è detta “perfetta” (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale». È quanto ci rammentava nel marzo scorso papa Francesco, facendo riferimento al Catechismo: richiamava la possibilità di fare un atto di “contrizione”, cioè di sincero pentimento, che già rimette i peccati in attesa di poter accedere alla confessione. «Io so che tanti di voi, per Pasqua andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma, tanti mi diranno oggi: “Ma, padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? […] Come posso fare se non trovo sacerdoti?” Tu fai quello che dice il Catechismo […] È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore ho combinato questo, questo, questo… Scusami”, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito, tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere alla mano un sacerdote». [DF]